Da sempre sono un appassionato dell'antiquariato, del modernariato, del bricolage, dei mercatini. Mi sono trasferito a Venezia per studiare all'università e a ottobre, sono andato ad un mercato nei pressi dell'Accademia. Qui conosco un antiquario che mi chiede di fare un lavoro: ovvero la ricostruzione della storia delle posate San Marco e di alcuni bicchieri a cui ero interessato. Io rimango estasiato dalla proposta, anche perché è sempre stato il mio sogno fare ricerca e ricevere in cambio del
Faccio un esempio di cui sono testimone: una persona che si è presentata a colloquio con una selezionatrice di Coopculture a Venezia si è sentita dire che avendo avuto esperienze in ambito artistico e creativo non veniva considerata adeguata ad espletare mansioni che richiedevano una certa disciplina e rispetto di regole di lavoro precise...
Quelle che sentite nel video, sono le voci di alcune lavoratrici dei Musei Civici di Venezia. Stiamo parlando dei musei più prestigiosi di una delle città storico-culturali più importanti al mondo. La situazione è a dir poco imbarazzante...
ci domandiamo: chi sta facendo questa attività social? Chi sta lavorando? Che sia un'attività automatizzata non lo crediamo affatto. Quindi di chi sono le manine dietro il computer dei Musei Civici? Di qualche dirigente o di qualche lavoratore che dovrebbe essere in Cassa Integrazione e invece viene messo all'opera comunque?