Da sempre sono un appassionato dell'antiquariato, del modernariato, del bricolage, dei mercatini. Mi sono trasferito a Venezia per studiare all'università e a ottobre, sono andato ad un mercato
nei pressi dell'Accademia. Qui conosco un antiquario che mi chiede di fare un lavoro: ovvero la ricostruzione della storia delle posate San Marco e di alcuni bicchieri a cui ero
interessato. Io rimango estasiato dalla proposta, anche perché è sempre stato il mio sogno fare ricerca e ricevere in cambio del mio servizio un bene. Iniziare a creare
uno scambio attraverso ciò che è la mia passione. Ero felicissimo, sembrava un sogno.
Inizio le mie ricerche e siccome su internet non c'è nulla, tranne qualche articolo su qualche forum, inizio a smanettare su Polo SBN (portale delle biblioteche di Venezia) e trovo una
grande quantità di libri che mi sarebbero tornati utilissimi. Ad esempio "Argenteria civile nel '700 in veneto" e molti altri titoli affascinanti.
Però il caso vuole che tutti questi libri fossero nelle biblioteche Correr e Marciana. Per cui vedendo che sul sito le biblioteche erano chiuse, ma per questioni di lavoro o di
necessità accademica si poteva comunque chiedere il prestito, gli scrivo e una non mi risponde nemmeno, l'altra mi scrive che non era possibile e questa situazione va avanti da
mesi, anche se in tutto il resto del mondo le biblioteche sono accessibili.
Mi dispiace poichè sono libri molto specifici che non si trovano e non avrebbe senso comprare. E mi dispiace perché sono servizi alla città che non vengono dati anche
quando potrebbero essere dati, e perchè mi ha impedito di poter fare un esperienza per me molto importante.
Elia
Questo quanto ci ha raccontato una nostro lettore in questi giorni. Questo significa chiudere i luoghi per la cultura e l'istruzione. Per chi non capisse qual'è il problema (secondo noi) enorme
di questa situazione, vogliamo scrivere alcune postille sotto l'intervento.
Le biblioteche storiche, oltre a conservare l'enorme letteratura secolare di ogni tipo, permettono alle persone provenienti da ogni campo (medicina, ingegneria, artigianato, teatro,
abbigliamento, ecc) di fare ricerca, di re-inventare ciò che esiste oggi, permettono di creare nuova economia, nuova comunità. Insomma, un futuro propositivo per tutti.
Ad esempio, malgrado la mancanza dei riflettori mediatici e dell'attenzione politica, negli ultimi tempi, il mondo dell'archivistica aveva iniziato ad interessare diverse aziende lungo lo
stivale italico, poiché attraverso la ricerca storica all'interno delle origini aziendali, si possono fare scoperte interessanti, sia sul fronte promozionale dell'attività economica (cosa che
permette di vendere di più e di creare maggior ricchezza), sia sul fronte dell'innovazione, poiché capita che si scoprano documenti dimenticati tra le scartoffie, di progetti mai realizzati e che
potrebbero dare nuova linfa (idee progettuali) ad un'azienda, reinventando i prodotti che mette sul mercato.
A questo punto vi invitiamo a fare un piccolo sforzo d'immaginazione. Pensate se questo ragazzo che ci ha scritto, avesse avuto la possibilità di accedere semplicemente nelle biblioteche in
questione, a prelevare i libri di cui necessitava per consultarli. Entrare, prendere i libri e uscire. Una semplicissima azione. Grazie a questa semplice azione, magari avrebbe potuto scoprire
cose utilissime per l'antiquario, nuove idee per continuare ad ampliare la propria collezione, per promuovere la propria attività, per raccontare ciò che fa. Il ragazzo
invece, avrebbe potuto fare un'esperienza, che gli avrebbe permesso di iniziare una prima, piccola attività economica. Tra l'altro in un periodo di difficoltà per
avere anche un piccolo reddito. In cambio di una ricerca storica utile sia sul fronte innovazione che sul fronte della comunicazione, un pagamento in denaro. Creando così una possibile nuova
piccola economia per il futuro della città e attirando su Venezia, anno dopo anno, individuo dopo individuo, altre persone interessate a creare quella (e simili) nuova economia, sana e utile
alla comunità cittadina.
E invece no, tutto chiuso. Ci permettiamo di dire che se la richiesta fosse arrivata anziché da un ragazzo sconosciuto, da qualche associazione di categoria legata al turismo, in quel
caso le porte delle biblioteche le avrebbero spalancate.
É solo un esempio, ma quante occasioni mancate di questo tipo o simili, accadono ogni giorno? Dare spazio a piccole opportunità come questa significa cambiare la forma di una comunità.
Venezia Morta
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