Musei Civici: Lavoratori in Cassa Integrazione e/o al lavoro?

C'è un mistero che avvolge i social network dei Musei Civici di Venezia: chi li sta gestendo?

A fine dicembre è arrivata come una doccia fredda, la notizia da parte del signor Brugnaro, della sua scelta insindacabile, di bloccare l'attività dei Musei Civici (lo ribadiamo all'infinito, non si parla solo di chiusura al pubblico, ma del blocco totale delle attività) fino al giorno del pesce d'aprile, mettendo il 100% dei lavoratori in Cassa Integrazione. O almeno, questo è quanto è stato reso pubblico.

Di questo argomento ne abbiamo già parlato in diversi articoli e la lotta contro la scelta dell'amministrazione in città prosegue, anche se c'è da dire, con ovvi scarsi risultati. Neppure la Presidente Mariacristina Gribaudi ancora si è esposta prendendo una posizione chiara. Tutto tace. In un pesante "non vedo, non sento, non parlo". Mentre grandi e piccoli musei in tutto il mondo, rimangono attivi, propositivi e presenti nelle esigenze della propria comunità, mettendo in campo progetti di museo-terapia, concerti in streaming, incontri divulgativi online (ecc) fino all'apertura delle porte al pubblico appena è possibile.

Abbiamo già parlato della scarsissima attività di divulgazione e progettualità in periodo di lockdown e pandemia, dei Musei Civici, confrontandoli con le altre realtà, scoprendo il totale abbandono culturale della situazione museale da parte della dirigenza della Fondazione. Un'umiliazione internazionale per una città come Venezia.

Ciò che ancora non abbiamo affrontato, è la situazione di questi lavoratori. C'è da dire immediatamente una cosa: capire quale sia la situazione reale di questi lavoratori (numero esatto degli esternalizzati, tipologie di contratto, numero di assunzioni dirette con contratti determinati o indeterminati, quanti sono) è molto complesso. Sui siti dei sindacati c'è scritto davvero poco, per non dire quasi nulla (qualcosa su USB che però non hanno rappresentanza istituzionale e qualcosa sul sito della CGIL), nessun comunicato, nessuna informazione alla comunità cittadina e nessuna chiarificazione. E qui invitiamo caldamente i sindacati a fare un gran lavoro sulla comunicazione, per aiutare i cittadini da un lato a capire e comprendere cosa succede e dall'altra, aiutare i lavoratori inserendoli in un contesto comunitario più consapevole e informato dei fatti, quindi più empatico. Meno comunicati stampa e più informazioni chiare.

Detto questo, pare che ci siano un totale di 350 lavoratori esternalizzati nei Musei Civici, assunti con vari contratti tra cui a chiamata, che faticano ad arrivare ad una paga di 500€. In una città dove un monolocale ne costa almeno almeno almeno altrettanti. In questa situazione, queste persone, si prendono cura del bene pubblico millenario di questa città. Vi invitiamo a rileggere bene. 350 lavoratori faticano ad arrivare a 500€ al mese, almeno da quanto si apprende dalle dichiarazioni dei sindacati sui giornali. Queste persone, precarie e oggettivamente sottopagate, si impegnano a tenere in piedi alcuni dei gioielli di questa città. La storia, la tradizione, la civiltà, la cultura della città. Tutto ciò per cui i veneziani, che mai si sono interessati di questi poveri cristi precari e sottopagati, si sono sempre vantanti. Invitando quindi i cittadini ad interessarsi maggiormente di questo patrimonio e di chi lo cura, nel frattempo ci sorge una domanda.

Siccome nell'ultimo mese - periodo in cui i lavoratori, da quanto si è appreso, dovrebbero essere in Cassa Integrazione al 100% fino al primo aprile, per cui a casa umiliati con le braccia conserte - l'attività social (Facebook e Instagram) è proseguita con costanza (niente di straordinario sia chiaro, belle foto con qualche curiosità in stile Wikipedia), ci domandiamo: chi sta facendo questa attività social? Chi sta lavorando? Che sia un'attività automatizzata non lo crediamo affatto. Siccome la decisione presa dal Sindaco Brugnaro, fu repentina e improvvisa (così si dichiara), impossibile che in poche ore si sia riusciti a programmare un'attività social lunga tre mesi. Quindi di chi sono le manine dietro il computer dei Musei Civici? Di qualche dirigente o di qualche lavoratore che dovrebbe essere in Cassa Integrazione e invece viene messo all'opera comunque? C'è qualche violazione dei diritti dei lavoratori? Se così non è e non c'è nessuna violazione, la Fondazione può una volta per tutte fare chiarezza sulla situazione? Far sapere quanti sono i lavoratori fermi, quanti quelli in attività, su che fronti (se si scoprisse ad esempio che ci sono dipendenti in attività sui social e nessuno sulla conservazione dei beni, crediamo che sarebbe molto grave), quali sono i progetti per il futuro per i Musei, per la città e per i lavoratori precari e sottopagati?

Lo chiediamo non solo al signor Brugnaro, ma anche alla Presidente Mariacristina Gribaudi che ancora sceglie di non esporsi. All'assessore al bilancio Michele Zuin, che a quanto pare, mentre era in vacanza in montagna chiedeva sacrifici a chi i sacrifici di sacrifici ne sta facendo già tanti. E ai consiglieri: Bruno Bernardi, Lorenzo Lain e Roberto Zuccato.

Tutto ciò, mentre rimaniamo in attesa della pubblicazione online del bilancio 2020 della Fondazione, che ancora non riusciamo a trovare. Magari siamo noi incompetenti, dateci una mano in caso.

La situazione è deprimente, Venezia da grande città faro sul mediterraneo, è diventata periferia culturale economica e sociale, dove chi amministra, nulla spiega alla propria comunità e tutto decide, senza la necessità di sviluppare progetti e proposte.


AGGIORNAMENTO!
Da oggi domenica 31 gennaio, i Musei Civici hanno iniziato a promozionare sui social, le attività laboratoriali per le scuole in presenza (a scuola o nei Musei). Siamo davvero felici di ciò, ma ribadiamo: i lavoratori non erano in Cassa Integrazione? Se non lo sono, qual'è la situazione? Se lo sono, c'è in corso una violazione dei diritti dei lavoratori, perpetrata da un ente governata di fatto (anche) dal comune?

I Musei Civici sono patrimonio pubblico, ma la gestione ci pare molto opaca. Quelle che poniamo, sono semplici domande e chiarimenti doverosi.

Scrivi commento

Commenti: 0