Ribadiamo che l'intenzione del Manifesto, non è creare un collettivo.
L'obiettivo è quello di spingere sull'azione del singolo, che diventa molteplicità.
"Uno slancio vitale, spirituale, di azione, legato indissolubilmente solo e unicamente al singolo stesso."
Questo piano d'azione potrebbe sembrare utopistico, ma non lo è, si basa su un dato di fatto reale.
Dove c'è un vuoto, quel vuoto verrà riempito.
Venezia in questo momento è definitivamente svuotata e verrà riempita
o dagli speculatori (sta già avvenendo da molti anni)
o dal mondo dell'illegalità (mafie di vario tipo)
o da individui intraprendenti di buona volontà che vogliono dare un senso a questo posto.
Nessuno aiuta chi ci prova, gli aiuti arrivano sempre dopo. Nessuna illusione.
Gli affitti degli appartamenti veneziani sono improponibili. Case spesso vecchie, non ristrutturate, affittate a prezzi inaccettabili.
Pagare l'affitto in un luogo dove si studia o si lavora, è un investimento, se questo investimento impedisce la costruzione della propria vita, diventa una spesa. Come si risparmia sulla spesa di alimentari se non si riesce a sopravvivere, si taglia anche sulla spesa della dimora.
In questo periodo di crisi pandemica (con conseguente crisi economica), questo ragionamento vale due volte. Venezia è morta. -14.000 posti di lavoro rispetto allo scorso anno.
L'immobile del proprietario, rimane un investimento, una ricchezza. E' un bene immobile che rimane a disposizione di chi lo possiede.
Tutti, ognuno nel proprio: smettiamo di firmare la garanzia dell'affitto (a genitori o qualsivoglia parenti), chiediamo immediatamente un abbassamento più che giustificato degli affitti. Se singolarmente la richiesta non va a buon fine, bussiamo all'appartamento vicino, offriamo un caffè e dialoghiamo con sincerità, apertamente, cercando di fare squadra.
E' nella natura di Venezia accogliere persone di passaggio, artisti, artigiani, pescatori, commercianti, gente di ogni sorta.
Questo è ancora possibile, se ogni singolo si attiva per farlo. Qualunque sia la vostra passione, mettetela in campo qui, in questa città. Investite qui, senza se e senza ma. Se iniziate a farlo voi, lo faranno anche i vostri vicini e i vicini dei vicini.
La vostra passione è l'agricoltura e avete studiato per questo? Andate a Sant'Erasmo e suonate ad ogni citofono finché non saranno obbligati a prendervi, almeno come volontari nel fine settimana e da lì iniziate la vostra strada.
Volete fare i pescatori e nessuno ve l'ha mai insegnato? Andate a Pellestrina e bussate ad ogni porta di ogni barca.
Siete dei musicisti di strada e non vi lasciano suonare? Riempite la casella di posta elettronica del comune, dell'assessore, ditelo a tutti i vostri amici, camminate mentre suonate.
Ecc, ecc!
Certamente studiamo, prepariamoci, acquisiamo competenze per pensare a dei progetti a medio termine, ma nel frattempo, lamentiamoci con chi di dovere, quotidianamente, disturbiamo la quiete di chi necessitiamo di disturbare. Essere educati non vuol dire essere mosci.
Attiviamoci in tutti i modi possibili, per mettere giù le prime pietre dei nostri progetti a Venezia.
Questa pandemia, unita all'Acqua Granda, ha fatto fuggire tutti, non solo i residenti, ma anche i negozianti. I locali predisposti a studioli e attività commerciali, sono i primi ad essere nel mirino degli speculatori e della criminalità. Sono i primi a dover essere presi.
Pensato ad un progetto su Venezia, ognuno di noi deve procedere chiamando a tappeto, tutti gli spazi in cui incontra un cartello con scritto "Vendesi/Affittasi" spingendo sempre sul tasto di un abbassamento radicale dell'affitto, in cambio di un progetto (in divenire) su Venezia.
Oggi non si fanno guadagni, si mettono le fondamenta per un futuro diverso. Se i proprietari non lo capiscono, devono capirlo.
Alcune volte vi sentirete rispondere che "il vostro progetto non è in grado di soddisfare la richiesta di 4.000€ di affitto" e vi invitiamo a fare una lunga pernacchia colui che vi snobba così, insistendo, perché no, in qualche successiva chiamate ribadendo la vostra richiesta. Altre volte vi risponderanno che il proprietario è disposto ad abbassare l'affitto per un progetto su Venezia, che non sia la vendita di cianfrusaglie.
Iniziate chiedendo insistentemente la possibilità di un vostro studiolo, proponendosi in una ristrutturazione di piccole cose se necessario e un accordo a medio termine per qualcosa di più polposo e completo Lo ribadiamo: oggi non si guadagna, si mettono le basi.
Se siamo in tanti, ognuno con il suo progetto e la sua idea, potremmo riprenderci spazi della città.
Spostiamoci a Venezia centro storico, Murano, Burano, Lido, qualsiasi isola della laguna.
Se vogliamo vivere a Venezia, abitiamo la laguna.
In questa città esistono ancora attività commerciali propositive o coerenti con lo spirito della città!
Bacari che propongono un momento di condivisione in linea con Venezia.
Ristoranti che offrono cibo di qualità a buon prezzo. Che acquistano i loro prodotti in maniera locale.
Librerie che non vendono libri da autogrill, ma cercano di creare una proposta ampia e variegata.
Negozi dell'usato utilissimi per chi vive i sestieri.
Servizi alimentari che portano il cibo a casa con la barca, a km0 e nel rispetto della città.
Attività agricole che non assumono in nero, che cercano di lavorare in regola e avere cura del territorio.
Gallerie e mostre d'arte che non promuovono sempre la stessa cerchia di artisti, ma cercano di farne crescere di nuovi.
Ecc ecc ecc!
Le realtà positive esistono, anche se schiacciate da tutto ciò che le circonda! Rivolgiamoci a queste attività nella nostra vita, non rivogliamoci più a chi sfrutta la città e le
persone.
(Le attività commerciali che si rivedono in questo Manifesto, possono raccontare la loro storia e richiedere anche di essere riconoscibili attraverso un adesivo "Venezia Morta" che gli invieremo a costo di
produzione. Basta scriverci un messaggio! O in alternativa scaricare lo stencil e agire come meglio credono!)
Uno dei passaggi più importanti è questo. L'unico modo che abbiamo per mettere in pratica questo Manifesto e questo Piano d'Azione, è comunicarlo. Contarci.Far sapere le nostre storie. Far sapere al nostro vicino, al nostro amico, che stiamo agendo. Che stiamo facendo tutto ciò, proprio in questo periodo.
Per fare ciò, abbiamo diverse strade.
1. Acquistare un gadget di Venezia Morta (tra pochi giorni sarà attivo uno store online, i costi saranno le spese di produzione, nessun guadagno da parte di nessuno).
2. Crearvi a casa un gadget con il logo di "Venezia Morta" che vi lasciamo in fondo a questa pagina (formato A4 PDF)da poter scaricare ed utilizzare come stencil per magliette, bandiere da appendere alla finestra o ciò che desiderate.
3. Utilizzare l'hashtag #VeneziaMorta sui social quando pubblicate qualcosa che riguarda: il raggiungimento personale di uno degli obbiettivi elencati precedentemente (abbassamento affitto, inizio di un progetto su Venezia, pubblicazione foto online di cartelli affittasi/vendesi), se pubblicate contenuti che espongano il degrado della città o un'azione, un'attività, una proposta, in linea con lo spirito propositivodel Manifesto. Ma soprattutto, pubblicate!
4. Parlatene con i vostri amici, colleghi, familiari. Parlate di ciò che fate, che state chiedendo un abbassamento dell'affitto, che l'avete ottenuto, come avete fatto, chiede consiglio, parlate
del progetto che state per mettere in campo. Insomma, fate passaparola! Parliamoci!
5. Scrivete sul Blog di Venezia Morta la vostra storia.
6. Diffondi il Manifesto! Sui social o stampandolo e passandolo agli amici.
Qui sotto un tutorial su come stampare la tua bandiera
di Venezia Morta da appendere alla finestra!
Condividete anche quelli che incontrate, sui social con i vostri contatti e l'hashtag #veneziamorta!
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